PRESENTAZIONE
"Per molto tempo, e per certi versi ancora oggi, la
professione di dottore agronomo è stata ed è sinonimo di agricoltura. Il
dottore agronomo deve uscire dal rapporto stereotipato maturato con il
settore primario e riappropriarsi della sua centralità originaria nei
processi di mutamento ambientali, in attuazione a quanto già previsto
dalla L. 10 febbraio 1992, n. 152 su Modifiche
ed integrazioni alla L. 7 gennaio 1976, n. 3 e nuove norme concernenti
l'ordinamento della professione di dottore agronomo e di dottore forestale.
Il dottore agronomo in sostanza non è soltanto un operatore legato
all'evoluzione del settore agricolo, ma anche alle tante trasformazioni
che interessano il territorio e l'ambiente. Di conseguenza, la professione
risente dell'evoluzione che si realizza in entrambe queste sfere
economiche". Mi è sembrato utile riportare questo passo preso da:
"La professione del Dottore agronomo e Dottore forestale dall'azienda
al territorio: quale identità, quale formazione, quale mercato" - Rapporto
Finale - CENSIS - Roma, ottobre 1999. La figura dell’agronomo è una delle più versatili tra quelle dei vari ordini professionali. Questa scomoda veste ci viene dalla molteplicità dei ruoli che una buona professionalità ci impone: basti pensare che l'agronomo deve interessarsi di materie che vanno dall’estimo, all’agronomia, alle industrie alimentari, alla difesa del territorio e dell'ambiente, agli allevamenti, alla progettazione, programmazione e pianificazione territoriale. E' in se ingegnere, biologo, chimico, economista ed è ben conscio di operare con un elemento estremamente versatile ed imprevedibile: la Natura, che condiziona tutto il suo operato fino a renderlo non più certo ma legato a parametri probabilistici. Ciro Costagliola |
||